"Scrivere bene non basta. Bisogna farsi leggere, da chiunque. Anche da Google."
Leggibilità: il superpotere dimenticato della SEO
Nel vasto oceano della SEO, siamo abituati a pensare in keyword, meta tag, link building e Core Web Vitals. Ma spesso dimentichiamo una delle componenti più trascurate (e potenti): la leggibilità.
La leggibilità è la capacità di un contenuto di essere letto e compreso da chi lo incontra. Non solo dagli utenti, ma anche dagli assistenti vocali e dai motori di ricerca conversazionali. In altre parole: se il tuo testo sembra il manuale di istruzioni di una lavatrice, è probabile che nessuno lo leggerà. E ancora più probabile che non verrà nemmeno trovato.
La leggibilità è una questione di rispetto
Scrivere in modo accessibile significa rispettare il tempo e le abilità cognitive di chi legge. Un contenuto leggibile è:
- più chiaro
- più veloce da fruire
- più inclusivo
Non tutti leggono alla stessa velocità. Non tutti hanno la stessa padronanza linguistica. E non tutti vedono lo schermo. La leggibilità non è solo un favore al lettore: è un gesto di inclusività e, per estensione, una strategia vincente anche per il business.
SEO e AEO: perché leggibilità è ranking
Un testo ben scritto, ben segmentato, con titoli chiari, frasi brevi e lessico comprensibile, è più facile da interpretare non solo per l’utente umano, ma anche per Google e per i sistemi di intelligenza artificiale.
L’algoritmo valuta (anche) la qualità linguistica, la struttura gerarchica e il comportamento dell’utente sul sito. Se un contenuto è difficile da leggere, l’utente lo abbandona. E questo segnale negativo incide sul posizionamento.
L'AEO (Answer Engine Optimization) spinge ancora di più nella direzione della chiarezza: se vogliamo apparire nei risultati vocali o nei featured snippet, dobbiamo essere diretti, chiari e concisi.
Come rendere i tuoi contenuti più leggibili (e amabili)
Ecco qualche pratica utile per migliorare subito la leggibilità dei tuoi contenuti:
- Usa frasi brevi. Anche i pensieri complessi possono essere spezzati in più parti. Fa bene al respiro. E al lettore.
- Evita il gergo tecnico non necessario. Non è una sfida a chi usa più anglicismi.
- Formattazione chiara. Titoli, sottotitoli, liste puntate e paragrafi non sono abbellimenti, sono strumenti cognitivi.
- Lessico accessibile. Scrivi come parli, ma con eleganza. Come se lo stessi spiegando a tua zia, ma molto chic.
- Contrasto cromatico e tipografia leggibile. La leggibilità passa anche dalla forma visiva: no a font minuscoli, grigi su grigio.
L’accessibilità è strategia, non buonismo
Spesso l’accessibilità viene vissuta come una richiesta burocratica, un fastidio normativo, un checkbox da spuntare per il bando pubblico. Ma chi l’ha detto che non possa essere anche una figata strategica?
Un contenuto accessibile arriva a più persone. Converte meglio. Crea reputazione. E ha un impatto positivo duraturo nel tempo. Non si tratta solo di essere inclusivi per dovere morale: si tratta di essere intelligenti e lungimiranti.
Il futuro è semplificato
In un mondo dove l'informazione cresce in modo esponenziale, la semplicità diventa lusso. I brand che sapranno raccontare in modo comprensibile, empatico e accessibile, saranno quelli che emergeranno.
E come direbbero i lamantini, meglio un contenuto che fa "wow, che chiaro!" che uno che fa "mah, che noia...".
È l’inizio di una conversazione, magari davanti a un caffè, reale o virtuale che sia.
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Promesso: niente automatismi, solo lamantini veri (con tastiera e cervello ben accesi).